Valutazione del rischio sismico: verifica se il tuo immobile è al sicuro

Valutazione del rischio sismico: verifica se il tuo immobile è al sicuro

L’agibilità di un edificio è la somma di molte caratteristiche che devono preservare la sicurezza dello stesso.

Un immobile dev’essere in grado di affrontare diverse avversità, che possono dipendere sia dal naturale deterioramento dovuto al passare del tempo, sia da fattori meteorologici e ambientali che non possono essere controllati.

In quest’ultimo caso, rientra anche la possibilità di trovarsi coinvolto durante un terremoto, per cui è importante essere consapevoli dei procedimenti e delle linee guida per la valutazione del rischio sismico di un immobile.

 

Rischio sismico: di cosa si tratta?

Il rischio sismico di un immobile è un valore che prevede il possibile danno che può presentarsi in seguito ad un evento sismico.

Per stabilire quale sia il rischio reale, vengono presi in considerazione diversi valori, ovvero la pericolosità, la vulnerabilità e l’esposizione.

Cosa significa?

La pericolosità indica la probabilità con cui è possibile che avvenga un terremoto, per cui è importante la sede ed il territorio dove è ubicato.

La vulnerabilità è un fattore che dipende invece dalla resistenza dell’edificio e delle conseguenze che potrebbe avere a seguito delle scosse; mentre l’esposizione indica il rischio in relazione alle caratteristiche del luogo in cui si trova (numero di edifici costruiti vicino, popolazione, monumenti, etc.).

 

 

La valutazione di questi elementi prevede l’intervento di professionisti, che si occuperanno di eseguire delle indagini e delle analisi sulla struttura in esame, iniziando dallo studio della situazione attuale dell’edificio, tramite rilievi plano-altimetrici, strutturali, e simili.

Successivamente si procederà con un’analisi storico-critica, un esame sulla caratterizzazione dei materiali, un’analisi strutturale, la definizione dei livelli di conoscenza e dei fattori di confidenza, concludendo, se necessario, con delle proposte di eventuali interventi.

 

Classe di rischio: come viene determinata?

Il rischio sismico di un immobile viene dato dalla combinazione tra la pericolosità, la vulnerabilità e l’esposizione, che possono essere interpretate anche come causa – effetto – conseguenze.

La classe di rischio sismico di un edificio viene stabilita con l’applicazione di due metodi differenti.

 

1. Il metodo convenzionale può essere applicato a qualsiasi tipologia di costruzione, e prevede l’esame fondamentalmente di due parametri, ovvero il PAM (la perdita annuale media) e l’IS-V (indice di sicurezza della struttura).

Viene quindi simulato il comportamento dell’immobile tramite un apposito software e stabilita la classe di rischio, che può essere applicata sia alla costruzione allo stato di fatto che allo stato di progetto.

 

2. Il metodo semplificato, invece, è applicabile esclusivamente ad interventi di tipo locale e a costruzioni in muratura.

Si tratta di una metodologia preliminare che si basa su una classificazione macrosismica dell’edificio.

 

Le classi di rischio sismico, a partire dal rischio minore fino ad arrivare a quello maggiore, sono le seguenti:

  • Classe A +
  • Classe A
  • Classe B
  • Classe C
  • Classe D
  • Classe E
  • Classe F
  • Classe G

Nel momento in cui si decide di intervenire nel proprio edificio per la riduzione del rischio, è possibile richiedere il cosiddetto Sisma Bonus, ovvero delle agevolazioni date dallo Stato, che consentono la detrazione per le spese sostenute fino al 31 Dicembre 2021 che va dal 50% fino all’80%, a seconda della tipologia di intervento.

RIKO expert
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